CINEMA TREVI - ARCHIVIO NAZIONALE -    PROGRAMMA Novembre 2006

1-5 novembre XXI Festival del Cinema Latino Americano

6-11 novembre XII MedFilmfestival

12 novembre Gillo Pontecorvo: un autore coraggioso e riflessivo

14-19 novembre X Festival Tertio Millennio

 20-26 novembre I Comencini: una famiglia per il cinema

22 novembre Presentazione del dvd de L'amore in città

27-30 novembre Krzysztof Zanussi: la struttura inquieta del cinema

1-5 novembre

XXI Festival del Cinema Latino Americano

Il Festival del Cinema Latino Americano, svoltosi a Trieste, ripropone presso il Cinema Trevi, a Roma, grazie alla proficua collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, parte del suo ricco programma.
Evento speciale di quest’anno sarà l’omaggio alla Scuola Internazionale di Cinema e TV dei Tre Mondi (EICTV) de La Habana, Cuba, fondata per volontà del premio Nobel Gabriel García Márquez nel 1986. Infatti a Roma si ripropongono le migliori tesi di laurea degli studenti, molti dei quali oggi sono affermati cineasti.
Il festival prevede parte della retrospettiva di Jorge Fons, uno dei più importanti registi contemporanei messicani; l’omaggio a Toni Venturi, regista italo-brasiliano, che a Trieste ha ricevuto il premio Oriundi; sarà inoltre in programma buona parte dei film che nella città giuliana costituiscono la sezione ufficiale.
Dal 1 al 5 novembre il Cinema Trevi ospiterà quindi una rassegna assai rappresentativa, con opere di 20 paesi latinoamericani.

mercoledì 1
Omaggio alla Scuola dei Tre Mondi EICTV - Escuela Internacional de Cine y Televisión
ore 16.00

El invasor marciano 36 años después (1988)

regia: Wolney Oliveira; origine: Brasile; durata: 25’

Lagrimas al desayuno (1989)
regia: Walter Rojas; origine: Colombia; durata: 13’

Barrio belén (1988)
regia: Marité Ugás; origine: Perù; durata: 16’

ore 17.00
El ultimo vagón (2001)
regia: Osvaldo Daicich; origine: Argentina; durata: 14’

El suelo y el cielo (2004)
regia: Marcos Pimentel; origine: Brasile; durata: 26’

Casas en la pantalla (2004)
regia: Nelson Oyarzúa; origine: Cile; durata: 10’

Regresión (1992)
regia: Basilio García Reyes; origine: Cuba; durata: 7’

Gente que llora S.A. (2001)
regia: Haitem Khraiche Ruiz-Zorilla; origine: Spagna; durata: 16’

José Manuel, la mula y el televisor (2003)
regia: Elsa Cornevín; origine: Francia; durata: 14’

Al otro lado del mar (2005)
regia: Patricia Ortega; origine: Venezuela; durata: 12’

La maldita circunstancia (2002)
regia: Eduardo Emil; origine: Cuba; durata: 11’

ore 19.00
Ernesto mi amigo (1998)
regia: Jakov Dakovic; origine: Jugoslavia; durata: 12’

Habano (1999)
regia: Daniel Rocha; origine: Brasile; durata: 10’

Cascaras (1990)
regia: Mariana Rondón; origine: Venezuela; durata: 14’

Oscuros rinocerontes enjaulados... Muy a la moda (1990)
regia: Juan Carlos Cremata; origine: Cuba; durata: 18’

Discodecada (2005)
regia: Natalia Cabral; origine: Repubblica Dominicana; durata: 12’

Molina’s culpa (1993)
regia: Jorge Moliona; origine: Cuba; durata: 18’

Los que quedaron (1993)
regia: Benito Zambrano; origine: Spagna; durata: 26’

ore 21.00
Talco para lo negro (1992)
regia: Arturo Sotto; origine: Cuba; durata: 29’

Rincón de San Lazaro (1991)
regia: Leonel López Salgado; origine: Nicaragua; durata: 16’

Habanera (2004)
regia: Joana Oliveira; origine: Brasile; durata: 12’

Piscis (1994)
regia: Pablo Castillo Villagrán; origine: Cile; durata: 30’

Sonata para arcadio (1989)
regia: Fernando Timossi; origine: Cuba; durata: 17’

Yo tuve un cerdo Llamado Rubiel (1998)
regia: Jaime Rosales; origine: Spagna; durata: 13’

giovedì 2
ore 17.00
Person (2006)
Regia: Marina Person; soggetto e sceneggiatura: M. Person; origine: Brasile; durata: 73’; v.o.; sott. it.
La vita e l’opera del regista brasiliano Luiz Sérgio Person attraverso gli occhi della figlia maggiore Marina Person, che intervista amici, colleghi e familiari del regista, cercando di ritrovare tessere mancanti di un padre, ma soprattutto di un artista.

ore 19.00
El Caracazo (2005)
Regia: Román Chalbaud; soggetto e sceneggiatura: Rodolfo Santana; interpreti: Fernando Carrillo, Beba Rojas, Pedro Lander; origine: Venezuela; durata: 107’; v.o.; sott. it.
Agosto, 2002. Durante una riunione Nicolàs Petrov legge la sentenza emessa dalla Corte Interamericana dei Diritti Umani, che ordina allo stato venezuelano d’indennizzare le famiglie e le vittime coinvolte nei tragici eventi del 27 febbraio. I presenti ricordano i sanguinosi avvenimenti che segnarono il prima e il dopo della storia contemporanea venezuelana. Mara Caparigua e Alejo Sanpedro sono tra i tantissimi personaggi che appaiono durante il film, testimoni di quella tragedia sociale che cambiò la faccia del Paese.

ore 21.00
El Callejón de los Milagros (1994)
Regia: Jorge Fons; soggetto: dall’opera omonima di Naguib Mahfouz; sceneggiatura: Vicente Leñero; interpreti: Ernesto Gómez Cruz, María Rojo, Salma Hayek, Bruno Bichir, Delia Casanova, Daniel Giménez Cacho; origine: Messico, durata: 144’; v.o.; sott. it.
A Callejón de los Milagros, nel centro storico di Città del Messico, s’intrecciano le vite di vari personaggi. Stanco del matrimonio con Eusebia, Don Rutilio, proprietario dell’osteria del quartiere, scopre dei nuovi sentimenti. Le conseguenze però saranno catastrofiche. Il giovane parrucchiere Abel è deciso a partire per gli Stati Uniti dove spera di guadagnare dei soldi per sposarsi. Susanita pensa solo al matrimonio e cerca l’amore sia nel giovane Chava, figlio di Don Rutilio, sia nel cinico Güicho che lavora nell’osteria. I destini, anche quelli più lontani e diversi, finiranno per incrociarsi.

venerdì 3
ore 17.00
Rojo amanecer (1989)
Regia: Jorge Fons; soggetto e sceneggiatura: Xavier Robles, Guadalupe Ortega Vargas; interpreti: María Rojo, Héctor Bonilla, Demián Bichir, Jorge Fegan, Ademar Arau, Eduardo Palomo; origine: Messico; durata: 96’; v.o.; sott. it.
Una famiglia diventa involontariamente vittima e testimone degli eventi sanguinosi accaduti il 2 ottobre 1968. Mancano solo dieci giorni ai Giochi Olimpici. Tuttavia l’atmosfera è febbricitante perché alcuni studenti hanno deciso di compiere un meeting a Tlatelolco (il maggior complesso urbano di Città del Messico), nella Plaza de las Tres Culturas. La manifestazione viene soppressa col sangue: centinaia di persone saranno uccise per strada dall’esercito. La famiglia sarà spettatrice di questi terribili avvenimenti che si svolgono sotto la loro casa. Ma il mattino seguente rivela ben altre tragiche sorprese.

ore 19.00
Cabra-Cega (2005)
Regia: Toni Venturi; soggetto: Fernando Bonassi, Victor Navas; sceneggiatura: Di Moretti; interpreti: Leonardo Medeiros, Débora Duboc, Jonas Bloch, Michel Bercovitch, Bri Fiocca, Odara Carvalho; origine: Brasile; durata: 107’; v.o.; sott. it.
Cabra-cega è un thriller politico che ripercorre gli anni di piombo brasiliani attraverso le vicissitudini di due studenti Thiago e Rosa, rapiti dal sogno della rivoluzione. Thiago, comandante di un gruppo di azione in un’organizzazione armata, viene ferito dalla polizia nel corso di un’imboscata ed è costretto a nascondersi nell’appartamento di Pedro (architetto e simpatizzante politico). Mateus è invece il leader dell’organizzazione e combatte per mantenere unito ciò che resta del gruppo. Tra Thiago e Rosa, anche lei militante, nasce un forte sentimento. Nel frattempo i comportamenti inusuali di Pedro, impaurito dalla violenta repressione della polizia, lo portano ad essere sospettato di tradimento.

ore 21.00
Latitude Zero (2002)

Regia: Toni Venturi; sceneggiatura: Di Moretti; interpreti: Débora Duboc, Claudio Jaborandy; origine: Brasile; durata: 85’; v.o.; sott. it.

Due personaggi coinvolti in una storia viscerale d’amore in un luogo abbandonato, nel centro del Brasile. Lena, che aspetta un bambino dall’uomo che l’ha abbandonata, il colonnello Mattos, ha deciso di chiudere la Dama d’Oro, un bar in prossimità di un’autostrada ormai deserta, un tempo crocevia della corsa all’oro nelle vicine miniere. L’arrivo di Vilela, sottoposto del colonnello Mattos, la sorprende e la disgusta, ma, nel profondo, risveglia in lei la speranza. Vilela lentamente la seduce, poi, all’improvviso, scompare sottraendole gli averi. Al colmo della follia che si è impadronita di lei, Lena dà alla luce il bambino. Finché un giorno Vilela ritorna...

sabato 4
ore 17.00
Chile 672 (2006)
Regia: Pablo Bardauil e Franco Verdoia; sceneggiatura: P. Bardauil; interpreti: José Luis Alfonzo, Patrizia Camponovo, María Lorenzutti, Erica Rivas, Ana María Castel, Ludmila Fincic; origine: Argentina; durata: 102’; v.o.; sott. it.
Un autista depresso trova conforto in una bambina che porta a scuola ogni mattina; un’attrice che un tempo fu famosa e che cova l’ambizione di ritornare al successo per la porta principale; una giovane orfana e devota che ascolta inquietanti gemiti provenienti dal vicino appartamento; un’italiana liberale invisa a un gruppo di persone che stanno raccogliendo firme per farla cacciare. Chile 672 gira attorno alle vite agitate di quattro vicini che abitano in uno stesso edificio in un quartiere di Buenos Aires: quattro persone che si trovano in uno stato di profonda solitudine e che lottano per dare corpo ai loro sogni – a volte anche alle loro necessità basilari – in uno scenario colpito dalla crisi economica, sociale, religiosa e morale.

ore 19.00
Fuga (2005)
Regia: Pablo Larraín; sceneggiatura: Mateo Iribarren e P. Larraín; interpreti: Benjamín Vicuña, Gastón Pauls, María Izquierdo, Willy Semler, Francisca Imboden, Héctor Noguera; origine: Cile; durata: 107’; v.o.; sott. it.
Un viaggio attraverso la musica e la follia; un dramma universale che cerca di ritrarre la condizione umana attraverso il conflitto della creazione, l’originalità e l’invidia. Montalbán è un musicista intrappolato in una composizione incompiuta. Da piccolo fu testimone della morte della sorella assassinata sopra un pianoforte, accadimento sul quale compose accidentalmente una melodia. Anni dopo Ricardo Coppa, un musicista mediocre e senza talento, intraprende un viaggio alla ricerca di Montalbán e della sua dimenticata creazione musicale, con l’obiettivo di trasformare quella musica in una composizione propria, senza rendersi conto dei rischi.

ore 21.00
incontro con Mercedes Farriols

a seguire
Olga, Victoria Olga (2006)
Regia: Mercedes Farriols; sceneggiatura: M. Farriols; interpreti: Juana Hidalgo, Beatriz Spelzini, Mariana Levy, José Manuel Espeche, Pepe Novoa, Adriana Salonia; origine: Argentina; durata: 87’; v.o.; sott. it.
Bárbara è un’adolescente assillata dalla realtà che la circonda (la relazione fra i suoi genitori, le contraddizioni fra i desideri e la società nella quale è costretta a vivere, le vicissitudini dell’amore) e dalle pressioni del padre che la esorta ad abbandonare la sua piccola città natale alla ricerca di nuovi orizzonti all’estero. Un mattino, tornando da una festa in compagnia del fidanzato e di due amici, rimane coinvolta in un incidente stradale. L’ultima cosa che Bárbara riesce a vedere prima di cadere in acqua è un ponte sospeso, vero e proprio spazio simbolico dell’opera, dal quale avrà origine il racconto della sua storia familiare, a partire dalla nonna Olga.

domenica 5
ore 17.00
Cerro do Jarau (2005)
Regia: Beto Souza; sceneggiatura: B. Souza, Tabajara Ruas, Fernando Marés, Geraldo Borows; interpreti: Tarcísio Filho, Miguel Ramos, Tiago Real, Roberto Birindelli, Lú Adams, Júlia Barth; origine: Brasile; 86’; v.o.; sott. it.
O Cerro do Jarau è un luogo mitico localizzato alla frontiera del Brasile con Uruguay e Argentina, nel quale si perpetuano molti misteri. Rebeca, Bento e Martim sono tre cugini che sono cresciuti nel Cerro. Vent’anni più tardi Martim diventa padre, Bento un poeta fallito e Rebeca una donna di una casa notturna. Rebeca decide di vendere il suo stabilimento a Correntino, noto possidente del luogo, che decide di scommettere sulla carriera artistica di Lola, cantante rock. Ma Correntino non onora il suo debito.

ore 19.00
El amor y la ciudad (2005/2006)
Regia: Teresa Costantini; sceneggiatura: T. Costantini in collaborazione con Walter Jacob; interpreti: T. Costantini, Patrick Bauchau, Adrián Navarro, Vera Carnevale, Jean-Pierre Noher, Jean-Pierre Reguerraz; origine: Argentina; durata: 102’; v.o.; sott. it.
Solitudine, incomprensioni, silenzi, paura dell’abbandono, angoscia per la fine delle cose. In un’immaginaria Buenos Aires, deserta e vuota, Juana, Sebastián ed Elisa vivono nello stesso edificio. Juana è una giovane artista disoccupata, piuttosto instabile e sommersa dai problemi economici. Elisa, donna frustrata sia nell’ambito professionale che in quello affettivo, divide la propria esistenza con Sebastián, venditore di libri antichi, più giovane di lei. Un uomo chiama da Parigi... Elisa se ne va senza lasciar traccia. Sebastián inizia una relazione con Juana. Ma l’amore, il tempo e le circostanze cambieranno nuovamente la vita di questi esseri solitari.

ore 21.00
incontro con Héctor Hernández e Horacio Rivera

a seguire
Los pajarracos (2006)
Regia: Héctor Hernández e Horacio Rivera; sceneggiatura: H. Rivera, H. Hernández; interpreti: Miguel Rodarte, Itati Cantoral, Regina Orozco, Luis de Alba, Ivonne Montero, César Bono; origine: Messico; durata: 90’; v.o.; sott. it.
La storia di Miguel Sanabria, lottatore di wrestling, casanova e donnaiolo, che, diretto in California – dove potrà finalmente realizzare il sogno della sua vita: lottare nell’Olympic Auditorium di Los Angeles –, scopre di aver lasciato incinta la figlia di un potente politico... Inseguito, raggiunge Tijuana, dove ottiene da una falsaria il visto per passare il confine, ma in cambio deve offrirle il suo aiuto: portare con sé uno zainetto pieno di dollari che fa gola a molti.

XII MedFilmfestival
6-11 novembre
Domenica 5 novembre all’Auditorium Conciliazione si apre la XII edizione del MedFilmfestival, il festival internazionale di cinema dedicato alle cinematografie del Mediterraneo e dell’Europa, in programma dal 5 al 19 novembre al Cinema Trevi, l’Auditorium Conciliazione, Museo di Roma in Trastevere e Casa dell’Architettura.
Con 191 titoli tra lungometraggi, corti e documentari, molti dei quali in anteprima, MedFilmfestival porta a Roma bellissimi film provenienti da circa 40 paesi della sponda sud del Mediterraneo fino al Medio Oriente e l’Europa, a torto trascurati dal mercato tradizionale, perguardare alle culture degli altri attraverso le meraviglie del cinema.
“Identità e Lavoro” è il tema scelto per l’edizione del 2006, nell’anno europeo della mobilità dei lavoratori, con la volontà di testimoniare attraverso la ricchezza e la profondità dei linguaggi cinematografici la complessità del quotidiano.
Paese ospite d’onore della XII edizione è la Spagna (in collaborazione con Ambasciata di Spagna, Instituto Cervantes, Real Academia de España), raccontata da molti film ed illustri ospiti, tra i quali Carmen Maura, ospite della cerimonia di premiazione dell’11 novembre presso l’Auditorium Conciliazione. Ad aprire il festival invece sarà Carlos Saura che presenterà in anteprima Iberia, il suo ultimo film, un assoluto omaggio alla magia del flamenco.
Come ogni anno, MedFilm dà risalto ad un Paese della sponda nord e ad uno della sponda sud del Mediterraneo. Questa edizione vedrà dunque rappresentata, insieme alla Spagna, l’Algeria, paese in lenta e coraggiosa ripresa dopo dieci anni di terrorismo che ne ha decretato l’isolamento, un vero e proprio black out culturale, riscattato dalla recente produzione di interessanti film che trovano il giusto riconoscimento dei maggiori festival internazionali.
Il MedFilm è, nel presente, sempre alla ricerca di collegamenti tra cinema e realtà, ed anche quest’anno, attraverso un’ampia vetrina dedicata al Libano, porta le testimonianze di una cinematografia vitale che racconta l’inesauribile capacità di un paese di reinventarsi e riconciliarsi con il suo destino, passato e presente, ripetutamente violato dalla storia.
Presidente onorario dell’edizione 2006 è Claudia Cardinale.

lunedì 6
ore 11.00

Competizione ufficiale

Go West (2005)
regia: Ahmed Imamovic; sceneggiatura: A. Imamovic, Enver Puska; interpreti: Mirjana Karanović, Haris Burina, Mario Drmač, Tarik Filipović, Rade Šerbedžija, Jeanne Moreau; origine: Bosnia/Croazia; durata: 97’; v.o.; sott. it.
Negli anni ’90 la Jugoslavia si disgrega in modo sanguinoso. L’odio fra le diverse etnie si abbatte come un’onda sull’esistenza di tutti, anche di Milan, eterno studente serbo appartenente alla comunità ortodossa, e del suo compagno Kenan, un violoncellista musulmano che vive a Sarajevo. Ogni dimensione della loro vita, sia quella più intima e privata che quella pubblica, viene scossa dall’aggressione in Bosnia e Erzegovina. Intrappolati a Sarajevo durante l’assedio delle forze serbe, i due riescono a fuggire e rifugiarsi nel villaggio natale di Milan grazie ad uno stratagemma dello stesso Milan che traveste Kenan da donna e la presenta a tutti come sua moglie, Milena. Il segreto però non resta tale a lungo e la situazione precipita. Primo lungometraggio di Ahmed Imamovic.

ore 16.00
Competizione ufficiale
Dunia - Kiss me not on the eyes (2005)
regia: Jocelyn Saab; sceneggiatura: J. Saab; interpreti: Fathy Abdel Wahab, Sawsan Badr, Khaled El Sawi; origine: Egitto/Francia/Libano; durata: 112’; v.o.
Dopo gli studi di letteratura al Cairo, Dunia, giovane egiziana di 23 anni, inizia un viaggio alla scoperta della danza orientale sulle orme della madre, famosa danzatrice del ventre. Con l’anima in bilico tra il fascino della tradizione araba antica e le inibizioni culturali e religiose del mondo arabo contemporaneo, la giovane cerca la sua strada. L’incontro con Beshir, poeta sufi e uomo di lettere, darà una svolta alla sua vita. Dounia entrerà in contatto profondo con il suo corpo e con la danza solo dopo aver scoperto, tra le braccia di Beshir, il piacere dei sensi e il piacere delle parole. La regista libanese Jocelyn Saab è stata inviata di guerra e ha diretto documentari sul Medio Oriente prima di dedicarsi alla fiction.

ore 18.00

Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo

Piruetas juveniles (Romanzo a passo di danza, 1955)

regia: Giancarlo Cappelli; soggetto: Cesare Zavattini; sceneggiatura: G. Cappelli, Steno, Guglielmo Santangelo, Carlos Sentis; interpreti: Stella Le Bert, Roberto Rey, Marta Flores, Annibale Betrone, Elvira Betrone, Domenico Viglione Borghese; origine: Spagna/Italia; durata: 78’
Stella, appassionata della danza ma oppressa dagli zii, fugge in città per cercare fortuna. Tuttavia rimane assai delusa e se non fosse per un vecchio maestro di ballo che ha compassione di lei e la ospita nella sua casa si troverebbe sul lastrico. Il professore sottopone la sua allieva ad una severa disciplina e dopo alcuni mesi, anche per un insieme di circostanze fortunate, essa debutta con successo.

ore 20.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
La sfida (1957)
regia: Francesco Rosi; sceneggiatura: F. Rosi, Enzo Provenzale, Suso Cecchi D’Amico; interpreti: José Suárez, Rosanna Schiaffino, Nino Vingelli, Decimo Cristiani, Pasquale Cennamo, José Jaspe; origine: Italia/Spagna; durata: 95’
Vito Polara, giovanotto napoletano di pochi scrupoli, è divorato dall’ambizione di fare fortuna ad ogni costo. Avendo avuto modo di osservare l’andamento del mercato dei prodotti ortofrutticoli a Napoli, decide di inserirsi a viva forza nell’organizzazione camorristica che lo domina e lo sfrutta, ricevendone lauti guadagni. Ma la mafia locale non accetta la sfida del giovane.

ore 22.00

Competizione ufficiale

Douar de Femmes (2005)
regia: Mohamed Chouikh; sceneggiatura: M. Chouikh; interpreti: Sofia Nouacer, Khaled Benaissa, Bahia Rachedi, Nawel Zaatar; origine: Algeria; durata: 102’; v.o.
Il film descrive la vita di un piccolo villaggio algerino dove le donne, rimaste sole con i vecchi e i bambini, sono costrette ad armarsi per difendersi dagli attacchi dei terroristi e far fronte alla partenza degli uomini, andati in città a lavorare nelle fabbriche. La necessità di difendersi ed organizzarsi apre alle donne del villaggio la strada della consapevolezza della propria forza e le porta ad infrangere radicati tabù sociali. Chouikh è un affermato regista algerino.

a seguire
incontro con Mohamed Chouikh

martedì 7
ore 11.00

Competizione ufficiale

Douches Froides (2005)

Regia: Antony Cordier; sceneggiatura: A. Cordier; interpreti: Johan Libéreau, Salomé Stévenin, Florence Thomassin, Jean-Philippe Écoffey, Claire Nebout; origine: Francia; durata: 102’; v.o.; sott. it.
Tre diciassettenni, la bella Vanessa, Michael e Clement, vivono insieme il passaggio all’età adulta. Hanno alle spalle famiglie diverse con cui fare i conti, ma tutti e tre cercano di superare insieme le difficoltà e trovare una risposta agli interrogativi propri dell’adolescenza, a partire da quelli più semplici, come decidere se sia più efficace il judo, di cui Michael è appassionato, o il karate. I tre cercano di capire come realizzare il loro più grande desiderio: passare una notte tutti e tre insieme in una stanza d’albergo. Film d’esordio di Antony Cordier.

ore 16.00
Competizione ufficiale
Delo osvobaja (2005)
regia: Damjan Kozole; sceneggiatura: D. Kozole; interpreti: Peter Musevski, Natasa Barbara Gracner, Marjuta Slamiè, Primoz Petkovsek; origine: Slovenia; durata: 71’; v.o.; sott. it.
In seguito all’ingresso nell’Unione Europea la Slovenia attraversa un periodo di crisi economica, di cui pagano le conseguenze gli abitanti. È il caso di Peter, un operaio specializzato di 40 anni che si ritrova senza lavoro. Padre di famiglia, l’uomo deve lottare contro la perdita di autostima, l’emarginazione, i problemi economici. Damjan Kozole da diretto sei lungometraggi.
anteprima nazionale

a seguire
incontro con Damjan Kozole

ore 18.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
Muerte de un ciclista (Gli egoisti, 1955)
regia: Juan Antonio Bardem; sceneggiatura: J. A. Bardem; interpreti: Lucia Bosé, Alberto Closas, Carlos Casaravilla, Otello Toso, Alicia Romay, Bruna Corrà; origine: Spagna/Italia; durata: 100’
Tornando in macchina da un incontro clandestino, una donna, sposata con un uomo molto ricco, e il suo amante, un professore universitario, investono un ciclista. La tragedia sconvolge le loro vite: l’uomo è divorato dai rimorsi, la donna deve affrontare il marito che, grazie ad un ricattatore, ha scoperto tutto. L’ultimo convegno dei due amanti avviene nello stesso luogo dell’incidente e termina in una duplice tragedia. Durante le riprese di Calle Mayor Bardem venne arrestato e la detenzione gli impedì di ritirare il Premio della Critica assegnatogli al Festival di Cannes per Muerte de un ciclista.

ore 20.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
El verdugo (La ballata del boia, 1963)
regia: Luis García Berlanga; sceneggiatura: Ennio Flaiano, L. G. Berlanga, Rafael Azcona; interpreti: Nino Manfredi, Emma Penella, José Isbert, José Luis López Vázquez, Ángel Álvarez, Guido Alberti; origine: Spagna/Italia; durata: 89’
Sposata la figlia di un boia, José Luis è indotto dal suocero a diventare il suo successore. La vena picaresca e amara di Berlanga si è espressa particolarmente in Plácido e ne El verdugo, film nati tra il 1961 e il 1963 dalla collaborazione con Rafael Azcona.

ore 22.00
Competizione ufficiale
Molly’s way (2005)
regia: Emily Atef; sceneggiatura: E. Atef, Esther Bernstorff; interpreti: Mairead Mc Kinley, Ute Gerlach, Geno Lechner, Adrianna Bierdrzynska; origine: Germania; durata: 84’; v.o.; sott. ingl.
Una mattina d’inverno, Molly, una giovane donna scozzese, arriva nella stazione di Walbrzych, una cittadina della Polonia. La donna ha affrontato il viaggio per trovare Marcin, un uomo che le ha lasciato il ricordo di una notte indimenticabile ed una cartolina. Tutto quello che sa di lui è il nome e che lavora in un’industria di carbone. Primo lungometraggio di Emily Atef, nata a Berlino, ma di origini franco-persiane.
anteprima nazionale

mercoledì 8
ore 11.00
Competizione ufficiale
Zozo (2005)
regia: Josef Fares; sceneggiatura: J. Fares; interpreti: Imad Creidi, Antoinette Turk, Elias Gergi, Carmen Lebbos, Viktor Axelsson; origine: Libano/Svezia/ Gran Bretagna/Danimarca; durata: 103’; v.o.; sott. it.
La storia coinvolgente di Zozo, un adolescente che cresce a Beirut e vive una vita normale tra scuola e amici. Quando scoppia la guerra, Zozo rimane presto orfano, affamato e alla deriva. Troppo giovane per lasciarsi coinvolgere dalla catastrofe che imperversa con violenza tutto intorno a lui, decide di partire per la Svezia, dove i suoi nonni paterni emigrarono anni prima. In questo paese sconosciuto, Zozo inizierà una nuova vita riuscendo a superare le difficoltà linguistiche e culturali, tentando di illuminare il suo passato e la sua storia con la speranza di un futuro migliore. Terzo film di Josef Fares, nato in Libano ma svedese d’adozione, dopo i successi di Jalla! Jalla! e Kops.

ore 16.00
Competizione ufficiale
El metodo (2005)
regia: Marcelo Piñyeiro; sceneggiatura: M. Piñyeiro, Mateo Gil; interpreti: Eduardo Noriega, Najwa Nimri, Eduard Fernández, Ernesto Alterio, Pablo Echarri, Natalia Verbeke; origine: Spagna/Argentina/Italia; durata: 120’; v.o.; sott. it.
Mentre le strade di Madrid sono invase da dimostranti no-global, alcuni candidati sono in attesa di essere selezionati per una posizione di alto livello in una multinazionale. Tra i partecipanti c’è una tensione palpabile e un’atmosfera competitiva. I sentimenti di sfiducia aumentano quando i candidati scoprono di essere lì per lo stesso motivo e che per valutarli verrà utilizzato il “metodo Grönholm”, una strategia adottata negli Stati Uniti per valutare le risorse umane. Presto i candidati si ritroveranno uno contro l’altro, in una sfida tutta psicologica che si deciderà all’ultimo minuto. Marcelo Piñyeiro nel 1984 è stato il produttore esecutivo di La Historia Oficial di Luis Puenzo, premiato con l’Oscar come miglior film straniero. Nel 1993 ha debutta alla regia con Tango Feroz.

ore 18.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
Tristana (1970)
regia: Luis Buñuel; sceneggiatura: L. Buñuel, Julio Alejandro; interpreti: Catherine Deneuve, Fernando Rey, Antonio Cases, Jesús Fernández, Lola Gaos, Franco Nero, Vicente Solder; origine: Spagna/ Italia/Francia; durata: 105’
Una giovane orfana, Tristana, viene affidata a un anziano tutore, Don Lope, che dal ruolo di padre putativo passa ben presto, nei confronti della fanciulla, a quello di seduttore e amante. Tristana accetta, per un poco, la situazione, poi se ne infastidisce e, incontrato un pittore, Orazio, fugge con lui, piantando Don Lope. Dopo due anni la giovane ritorna, gravemente ammalata a una gamba che verrà amputata, e sposa Don Lope. Inasprita dalla sua menomazione, Tristana diventa crudele e mira soltanto a impossessarsi dei beni che l’uomo ha ereditato da una ricca sorella.

ore 20.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
Calabuch (Calabuig, 1956)
regia: Luis García Berlanga; sceneggiatura: Leonardo Martín, Florentino Soria, Ennio Flaiano, L. G. Berlanga; interpreti: Edmund Gwenn, Valentina Cortese, Franco Fabrizi, Juan Calvo, José Isbert; origine: Spagna/Italia; durata: 97’; v.o.; sott. it.
Uno scienziato atomico, George Hamilton, s’appresta a partire per una base segreta nel Mediterraneo, ma giunto a Barcellona, stanco e nauseato dal suo lavoro, rivolto alla produzione di mezzi di distruzione sempre più terribili, decide di sparire dalla circolazione. Per attuare il suo disegno, si reca a Calabuig, piccolo paese di mare sconosciuto a tutti. Lì l’uomo conosce una vita semplice, idilliaca e patriarcale, trascorrendo lietamente le sue giornate tra pacifiche, innocenti occupazioni e distrazioni. Luis García Berlanga è uno dei registi che ha segnato la rinascita del cinema spagnolo negli anni Cinquanta.

ore 22.00

Competizione ufficiale

Friss levegő (2006)
regia: Ágnes Kocsis; sceneggiatura: Andrea Roberti, Á. Kocsis; interpreti: Izabella Hegyi, Júlia Nyakó, Anita Turóczi, Zoltán Kiss, Béla Stubny, Miklós Nagy; origine: Ungheria; durata: 109’; v.o.; sott. ingl.
Viola lavora come custode delle toilette in una stazione e vive sola con la figlia Angela. Le loro vite sembrano scorrere su binari paralleli, scandite da una cronica incapacità di comunicare. Angela si vergogna del lavoro di sua madre, frequenta la scuola di moda ed aspira a diventare stilista. Viola non riesce a gestire la situazione con la figlia, si sente sola e cerca conforto tra gli annunci dei cuori solitari. Entrambe cercano una via d’uscita, una vita diversa, un po’ d’aria fresca. Un evento esterno metterà tutto in discussione. Film d’esordio di Ágnes Kocsis.

giovedì 9
ore 11.00
Competizione ufficiale
Sotto la stessa luna (2005)
regia: Carlo Luglio; sceneggiatura: C. Luglio, Gaetano Di Vaio; interpreti: Franco Melone, Oliver Andelkovic, Samantha Andelkovic, Pavel Nenadosky, Nino Smajovic, Salvatore Ruocco; origine: Italia; durata: 92’; sott. ingl.
La vita quotidiana di due giovani rom nella periferia di Scampia a Napoli, sullo sfondo della faida camorristica, si incrocia con quelle di un ex capozona in via di pentimento e del giovane boss emergente del clan vincente. Le situazioni all’interno del campo rom e quelle all’esterno hanno un minimo comune denominatore: sono storie di persone che vivono ai margini della società, con la disperazione ma anche la forza vitale tipica di chi deve sbarcare il lunario, calpestando quotidianamente la propria dignità per sopravvivere. Inevitabile migrare se si cerca una vita migliore. Secondo lungometraggio di Carlo Luglio dopo l’esordio con Capo Nord.

ore 16.00
Competizione ufficiale
La télé arrive (2005)
regia: Moncef Dhouib; sceneggiatura: M. Dhouib; interpreti: Ammar Bouthelja, Fatma Saïdane, Issa Harrath, Chaouki Bouglia; origine: Tunisia/Francia; durata: 95’; v.o.; sott. it.
El-Malga, tranquillo villaggio nel sud della Tunisia, vive al ritmo delle feste nazionali durante le quali il comitato culturale propone sistematicamente lo stesso programma. Una telefonata dalla capitale annuncia la visita di una televisione tedesca. Il comitato culturale decide allora di offrire un’immagine positiva del villaggio e prepara una messa in scena per nascondere lo stato delle cose. Moncef Dhouib ha debuttato nel 1993 con Ya soltane el médina.
anteprima nazionale

ore 18.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
Per un pugno di dollari (1964)
regia: Bob Robertson [Sergio Leone]; sceneggiatura: S. Leone, Duccio Tessari, Víctor A. Catena, Fernando Di Leo; interpreti: Clint Eastwood, Marianne Koch, Gian Maria Volonté, Wolfgang Lukschy, Sieghardt Rupp, Joseph Egger; origine: Italia/Spagna/Germania; durata: 100’
Joe, un pistolero solitario, arriva a San Miguel, una cittadina al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, dove due famiglie, i Rojo e i Morales, si fanno la guerra da anni per il monopolio del contrabbando di alcool e di armi. In un complicato gioco di delazioni, di colpi di mano, di indagini, Joe aizza gli uni contro gli altri, sperando che si eliminino a vicenda. Leone si firmò Bob Robertson in onore del padre Vincenzo, in arte Roberto Roberti.

ore 20.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
El pisito (1958)
regia: Marco Ferreri e Isidoro Martínez Ferry; sceneggiatura: Marco Ferreri, Rafael Azcona; interpreti: José Luis López Vàzquez, Mary Carrillo, Concha López Silva, José Cordero, Andrea Moro; origine: Spagna; durata: 90’
Rodolfo, un impiegato di Madrid, rinvia le nozze perché non possiede una casa. Per risolvere il problema sposa l’anziana proprietaria della pensione in cui vive, attendendone la morte e l’eredità. Primo dei tre film spagnoli di Ferreri, al quale seguirono Los chicos (1959) e El cochecito (1960).

ore 22.00

Competizione ufficiale

La télé arrive (replica)

a seguire
incontro con Moncef Dhouib

venerdì 10
ore 11.00

Competizione ufficiale

Douar de Femmes (replica)

ore 16.00

Competizione ufficiale

Gjoleka djali i abazit (2005)

regia: Dhimiter Anagnosti; sceneggiatura: D. Anagnosti; interpreti: Artur Gorishti, Myzafer Ziflaj, Enxhi Agushi, Zef Mosi, Marjana Kondi; origine: Albania; durata: 101’; v.o.
Anni ’30, un piccolo villaggio dell’Albania. In questa terra isolata, governata da riti e relazioni patriarcali, nasce Gjoleka, il figlio di Abas. Quando il ragazzo compie dieci anni, Serbet, un abitante del villaggio emigrato negli Stati Uniti, torna a casa portando con sé un nuovo modo di pensare e una nuova mentalità. Il ragazzo ne rimane affascinato e si trova diviso tra le idee del padre “selvaggio” e del padrino “illuminato”. Gjoleka è il simbolo di una nuova generazione alle prese con le difficoltà dei paesi in via di sviluppo, dove il mondo esterno costituisce una fortissima attrazione. Dhimiter Anagnosti è considerato uno dei padri della cinematografia albanese.
anteprima nazionale

a seguire
incontro con Dhimiter Anagnosti

ore 18.15
Cine en construcción
Extraño (2002)
Regia: Santiago Loza; sceneggiatura: S. Loza; interpreti: Valeria Vertucelli, Chunchuna Villafañe, Raquel Alvéniz, Eva Bianco y Jorge Prado; origine: Argentina; durata: 85’; v.o.; sott. it.
Axel, un chirurgo di quarant’anni, da molto tempo non esercita più la sua professione e trascorre le giornate vagabondando per la città. La sua vita è piena di misteri non risolti, di voci che lo riportano al passato, di volti e di persone che non gli dicono più niente. Né le visite alla sorella, né le incursioni in provincia alla ricerca di amori perduti lo risollevano. Poi, un giorno, incontra in un bar una ragazza incinta, che si guadagna da vivere montando film di famiglia. Tra i due nasce una relazione. Film d’esordio di Santiago Loza.

ore 20.00

Competizione ufficiale

La raison de plus faible (2006)
regia: Lucas Belvaux; sceneggiatura: L. Belvaux; interpreti: Eric Caravaca, Natacha Régnier, L. Belvaux, Patrick Descamps, Claude Semal, Gilbert Melki; origine: Belgio/Francia; durata: 116’; vers. franc.; sott. it.
Due sessantenni licenziati per limiti d’età dalla fabbrica in cui lavorano, un giovane laureato con moglie e figlio ma senza impiego e un rapinatore di banche in cerca di riscatto dopo anni di prigione decidono di compiere una rapina per dare una svolta alla loro vita. Lucas Belvaux, prima di intraprendere con successo la carriera di registi, ha recitato in film di Claude Chabrol e Jacques Rivette.
anteprima nazionale

ore 22.00
Cine en construcción
Ronda nocturna (2004)
Regia: Edgardo Cozarinsky; sceneggiatura: E. Cozarinsky; interpreti: Gonzalo Heredia, Moro Anghileri, Rafael Ferro, Diego Trerotola, Gregory Dayton, Susana Varela; origine: Argentina/Francia; durata: 81’; v.o.; sott. it.
Durante una lunga notte di incontri, tra passione e prostituzione, Víctor, un ragazzo di strada appena uscito dall’adolescenza, si trova ad affrontare misteriosi pericoli, sempre più gravi: sconosciuti che lo minacciano, un incidente evitato per poco, un assassinio schivato dopo un rapporto occasionale, ma anche la tenerezza di una donna innamorata fino alla morte... Cineasta e scrittore, Edgardo Cozarinsky vive dal 1988 tra l’Argentina e la Francia ed è autore di numerosi film.

sabato 11

ore 11.00
Cine en construcción
Alma Mater (2004)
Regia:Álvaro Buela; sceneggiatura: Á. Buela; interpreti: Roxana Blanco, Nicolas Becerra, Werner Schunemann, Walter Reyno; origine: Uruguay: durata: 90’; v.o.; sott. it.
La trentaquattrenne Pamela è una donna piccola e timida. Lavora come cassiera in un supermercato di Montevideo. Fa visite periodiche alla madre autistica. È un personaggio anonimo, che conduce una vita priva di significato. Improvvisamente avviene un miracolo. Messaggi di un destino meraviglioso raggiungono la donna in modi inattesi: un cliente, un travestito gentile e carismatico, sogni, segnali reali e immaginari. Il Salvatore del prossimo millenio è in cammino verso di lei, che, vergine, potrebbe essere la Eletta. Sarebbe possibile ciò? E perchè proprio lei? Secondo film di Álvaro Buela.

ore 16.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
L’assedio dell’Alcazar (1940)
regia: Augusto Genina; sceneggiatura: A. Genina, Alessandro De Stefani; interpreti: Fosco Giochetti, Rafael Calvo, Mireille Balin, Maria Denis, Aldo Fiorelli, Andrea Checchi; origine: Italia/Spagna; durata: 112’
Rievocazione drammatica dell’episodio storico ed epico che ha consacrato alla gloria il comandante e il presidio militare di Toledo, oltre alle donne, ai bambini e agli anziani asserragliati nell’Alcazar. Resistettero per oltre un mese all’assedio, al bombardamento notturno e diurno delle artiglierie e degli aeroplani, al brillamento delle mine, alla fame e alla sete, riuscendo a conservare la loro posizione, fino all’arrivo delle truppe del generalissimo Franco.

ore 18.00
Competizione ufficiale
La couleur des mots (2005)

regia: Philippe Blasband; sceneggiatura: P. Blasband; interpreti: Mathilde Larivière, Aylin Yay, Serge Demoulin, Benoît Verhaert, Martine Willequet; origine: Belgio; durata: 64’; vers. franc.; sott. ingl.

Maria è una giovane affetta da disfasia. La malattia non è l’unica barriera nella vita della donna: a questa si aggiungono la disoccupazione, l’abuso di alcol e un’infanzia negata. Nonostante tutto, dietro l’orgoglio, l’aggressività e il rifiuto della pietà, si nasconde un grande bisogno d’amore. Il regista, romanziere e drammaturgo Philippe Blasband è nato a Teheran e vive in Belgio.
anteprima nazionale

ore 20.00
Dal neorealismo ad oggi: 60 anni di cinema italo-spagnolo
800 Balas (2002)
regia: Álex de la Iglesia; sceneggiatura: Jorge Guerricaecheverría, Á. de la Iglesia; interpreti: Sancho Gracia, Carmen Maura, Ángel de Andrés López, Eusebio Porcela, Luis Castro, Enrique Martínez, Luciano Federico; origine: Spagna; durata: 126’; v.o.; sott. it.
Nel deserto di Tabernas, in Almeria, Carlos, un dodicenne fuggito di casa per andare alla ricerca del nonno, incontra uno strano gruppo di ex stuntmen che, pur di racimolare qualcosa, recitano per i turisti alcune gag in stile western. Alex de la Iglesia, classe 1965, si è fatto conoscere al pubblico internazionale con El día de la bestia (1995) e da allora si è affermato come uno dei più promettenti registi spagnoli.

ore 22.00
Competizione ufficiale
Bosta (2005)
regia: Philippe Aractingi; sceneggiatura: P. Aractingi; interpreti: Rodney El Haddad, Nadine Labaki, Nada Abou Farhat, Omar Rajeh, Liliane Nemri, Bshara Attalah; origine: Libano; durata: 112’; v.o.; sott. ingl.
Un vecchio autobus viene rimesso a nuovo per una tournée musicale attraverso il Libano, allo scopo di dare nuova vita alla danza tradizionale. La tournée è voluta dal figlio di un celebre maestro di danza, ucciso da una bomba caduta sulla scuola dove lavorava. Film sospeso tra presente e passato, tra memoria e sensi di colpa, a bordo di un autobus che, corpo fuori dal tempo, si rimette in cammino in un viaggio individuale e collettivo di resistenza. Primo lungometraggio del documentarista Philippe Aractingi.
anteprima nazionale

domenica 12
Gillo Pontecorvo, un autore coraggioso e riflessivo
La sera del 12 ottobre moriva a Roma un grande regista, ma anche un eccezionale organizzatore culturale. Il Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale gli vuole rendere un piccolo e sentito omaggio, “ritagliando” alcune parole dall’articolo commosso di Irene Bignardi («La Repubblica», 13 ottobre 2006), autrice anche dell’indimenticabile Memorie estorte a uno smemorato. Vita di Gillo Pontecorvo (Feltrinelli, Milano, 1999): «Oltre che nelle storie del cinema, oltre che nel ricordo allegro degli amici che hanno condiviso con lui un pezzo della sua straordinaria vita, oltre che nella memoria della sua famiglia, Gillo Pontecorvo dovrebbe restare anche nel Guinness dei primati. Perché credo non ci sia un altro autore di cinema che sia riuscito a girare così pochi film nell’arco di una così lunga e bella vita, cinque e mezzo in tutto, per rubare la modalità di calcolo a Fellini. E che sarebbe comunque rimasto nella storia del cinema e nella memoria collettiva per un film che torreggia su tutti gli altri, che tutti ricordano, che ha parlato a tutto il mondo: La battaglia di Algeri (Leone d'oro a Venezia nel 1966) e che, ogni volta che lo si vede, sorprende per la potenza, l’onestà, la profondità, l’intelligenza politica, la capacità di emozionare – qualcosa che solo il grandissimo cinema sa dare. Ma ricordare Gillo (devo dirlo: il “mio” amico Gillo, con cui ho lavorato, chiacchierato, litigato, e passato molte ore a “estorcergli”, così lui diceva, le sue memorie di vero o finto smemorato per la sua biografia che andavo scrivendo), ricordare Gillo vuol dire parlare non solo del regista ma di una persona e di una avventura umana uniche e speciali, di una vita divisa in tante tranche avvincenti e avventurose. [...] E lui, Gillo, serenamente pigro, innamorato della vita, dei suoi piccoli rituali, dei suoi tre figli, di sua moglie Picci, dei fiori che coltivava con rimarchevole pollice verde e con un paio di cesoie sempre in tasca destinate soprattutto a rubare bulbi e talee in casa altrui, non aveva voglia di combattere, con la sua amabilità da folletto e la sua cocciutaggine da pasionario, per qualcosa che non fosse un grande progetto emozionante. Era capace di vivere con poco. La sua colorata casa di Roma, gestita con gentilezza poetica da Picci, è sempre stata un approdo di amicizie e sentimenti, lontana da qualsiasi mondanità romana. E la sua storia è la storia di un uomo che ha saputo vivere la vita fino in fondo, testardamente godereccio con poco, cercando sempre di pensare in grande».

ore 17.00
Queimada (1969)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto e sceneggiatura: Franco Solinas, Giorgio Arlorio; interpreti: Marlon Brando, Evaristo Marques, Renato Salvatori, Dana Ghia, Valeria Ferran Wanani; origine: Italia/Francia; durata: 129’
William Walker è un agente inglese che viene inviato a Queimada, un’isola dei Caraibi, per fomentare una rivolta contro i portoghesi. L’azione di Walker non ha fini nobili, cioè rendere indipendente la popolazione locale, ma, al contrario, mira a rendere l’isola sotto il dominio dell’Inghilterra. David di Donatello per la migliore regia, il film fu successivamente ridotto a 111’. La copia, proveniente dalla Cineteca Nazionale, conserva invece la sua durata originale: 129’. La stessa tematica verrà affrontata dal regista Alex Cox in Walker (1988).

ore 19.15
Kapò (1960)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto e sceneggiatura: G. Pontecorvo, Franco Solinas; interpreti: Susan Strasberg, Laurent Terzieff, Emanuelle Riva, Didi Perego, Gianni Garko; origine: Italia/Francia; durata: 117’
Edith è una giovane prigioniera ebrea in un lager nazista che diventa Kapò, cioè caposquadra-aguzzina delle sue compagne, per sopravvivere. Ma l’amore per un prigioniero russo la redimerà. Il film diede origine a una violenta stroncatura, intitolata De l’abjection di Jacques Rivette (Cahiers du cinema n. 120, giugno 1961), nella quale si rimproverava soprattutto al regista la carrellata in avanti per inquadrare il cadavere della protagonista. Quella polemica recensione fu lo spunto, trent’anni dopo, per un saggio di Serge Daney. Nastro d’argento 1961 per Didi Perego, attrice non protagonista.

ore 21.15
La battaglia di Algeri (1966)
Regia: Gillo Pontecorvo; soggetto: Franco Solinas; sceneggiatura: F. Solinas, G. Pontecorvo; interpreti: Brahim Haggiag, Yacef Saadi, Jean Martin, Fawzia El Kader, Michèle, Kerbash, Tommaso Neri; origine: Italia/Algeria; durata: 121’
Nell’ottobre del 1957, mentre i paracadutisti del colonnello Mathieu rastrellano la Casbah, uno dei capi della guerriglia algerina ricorda il passato, l’organizzazione dell’FLN (Fronte di Liberazione Nazionale), gli attentati, gli scioperi. «In uno stile sobrio e documentaristico, con molti attori non professionisti [...], il film rievoca con una forte coralità la guerra dei popoli algerini, a partire da una “sceneggiatura di ferro” di Franco Solinas che cerca di spiegare anche le ragioni del nemico francese. [...]. In Francia fu vietata la proiezione, ma il film ottenne il Leone d’oro a Venezia e due nomination all’Oscar, per la regia e la sceneggiatura» (Mereghetti).

lunedì 13
chiuso

14-19 novembre
X Festival Tertio Millennio
Per il programma si rinvia al sito internet www.cinematografo.it

20-26 novembre
I Comencini: una famiglia per il cinema
In attesa della grande retrospettiva dedicata a Luigi Comencini nel 2007 in collaborazione con il Festival del Cinema di Pesaro, si è deciso di realizzare una rassegna su una delle più importanti e talentuose famiglie cinematografiche: quella appunto dei Comencini. Basterebbe il progressivo rinnovamento del cinema italiano da parte di due autentiche autrici come Cristina e Francesca per comprendere quanto Luigi Comencini abbia trasmesso e come abbia educato con successo le figlie a uno sguardo cinematografico vitale e originale. (Ri)vedendo i film delle due registe ci si accorge di quanto le due sorelle, diversissime per linguaggio e poetiche, abbiano subito l’influsso delle doti paterne, ovvero la discrezione, la sensibilità, il tatto nel trattare in modo delicato e mai banale o volgare tematiche molto difficili e scomode. Ed è per tale motivo che all’interno della rassegna si è deciso anche di dedicare una giornata al padre, visto anche come antipasto cinefilo per la futura retrospettiva. Il filo rosso tematico nella selezione di tre pellicole è stato la rappresentazione cinematografica dei bambini e degli adolescenti. Perché una delle doti maggiori di Luigi Comencini è stata di avvicinarsi e partecipare dall’interno al mondo dell’infanzia, di trasformare i bambini in testimoni autentici di un mondo possibile e desiderabile. Bambini visti come portatori della verità, come esseri umani che, come scrive il critico Jean Gili nella sua monografia pubblicata da Gremese, «non reagiscono secondo un approccio razionale ma tramite una comprensione intuitiva, affettiva, delle situazioni e dei rapporti tra gli adulti». Ma la rassegna non si limita all’omaggio alle due figlie, ma anche a Paola, la terza sorella, che ha percorso con successo anche lei la strada del cinema come scenografa e costumista. E, infine, la Cineteca Nazionale non poteva non omaggiare con profondo affetto l’illustre collega Gianni Comencini, fratello di Luigi, uno dei fondatori della Cineteca Italiana di Milano, recentemente scomparso.

lunedì 20
ore 17.00
Incompreso - Vita col figlio (1966)
Regia: Luigi Comencini; soggetto: dal romanzo omonimo di Florence Montgomery; sceneggiatura: Leo Benvenuti, Piero De Bernardi; interpreti: Anthony Quayle, Stefano Colagrande, Simone Giannozzi, Adriana Facchetti, Silla Bettini; origine: Italia; durata: 105’
Rimasto vedovo, John Edward Duncombe, console inglese a Firenze, si trova impreparato ad aver un buon rapporto educativo con i suoi due figli, preoccupandosi soprattutto del più piccolo e trascurando il primogenito, bisognoso d’affetto. «Dopo Vittorio De Sica, Luigi Comencini è in Italia il regista che meglio sa capire (e far recitare) i bambini e per far questo occorre conoscerli bene. Lo dimostra anche questo melodramma, tratto da un mediocre romanzo strappalacrime di Florence Montgomery che, in virtù di stile e di una lucida strutturazione dei fatti e delle emozioni, Comencini trasforma in un grave affresco dei sentimenti, delicato e coinvolgente» (Morandini).

ore 19.00
Voltati Eugenio (1980)
Regia: Luigi Comencini; soggetto e sceneggiatura: L. Comencini, Massimo Patrizi; scenografia e costumi: Paola Comencini; interpreti: Francesco Bonelli, Saverio Marcone, Dalila Di Lazzaro, Memè Perlini, Alessandro Bruzzese, Bernard Blier, Carole André; origine: Italia; durata: 110’
Figlio di due sessantottini che non hanno saputo affrontare adeguatamente i problemi del matrimonio, il piccolo Eugenio (che per loro è un peso) vive sballottato come un pacco postale: ora fra i due genitori, ora fra i nonni materni. «Il film di Comencini rifiuta i compromessi, andando conseguentemente fino in fondo, rifiutando la facilità delle occasioni di commuovere epidermicamente il pubblico, per mirare piuttosto a [...] farlo riflettere. Felice nel disegno dei vari personaggi [...] ricco d’inventiva, con alcune intuizioni bellissime [...], ben curato sul piano della fotografia (di Carlo Carlini) come quello dei costumi (di Paola Comencini) e del montaggio (Nino Baragli), Voltati Eugenio è anche un film recitato in modo complessivamente efficace» (Zanelli).

ore 21.00
Bambini in città (1946)

Regia: Luigi Comencini; origine: Italia; durata: 15’

«Al vedere questo lavoro di gioventù, questo documentario girato nelle strade di Milano, in alcuni quartieri devastati dalla guerra, nei terreni liberi e ai margini della città, lungo un naviglio o nei cortili interni dei palazzi, colpisce l’acutezza di uno sguardo nel quale è già contenuta tutta l’opera futura. Quest’interesse per l’infanzia ritratta nei suoi giochi, ma anche nella sua difficoltà di esistere, presenta in sintesi, un punto di vista che sta alla base di tutta l’opera del regista» (Gili). Bambini in città ha ottenuto il Nastro d’argento (premio per il miglior cortometraggio dell’anno).

a seguire
Un ragazzo di Calabria (1987)
Regia: Luigi Comencini; soggetto: dal romanzo omonimo di Demetrio Casile; sceneggiatura: L. Comencini, Ugo Pirro, Francesca Comencini; interpreti: Gian Maria Volontè, Diego Abatantuono, Thérèse Liotard, Santo Polimeno, Maria Giada Faggioli, Enzo Ruoti; origine: Italia/Francia; durata: 110’
«C’è un regista italiano che meglio di Luigi Comencini avrebbe potuto trarre un film da una storia come questa? A parere nostro non c’è. [...] Un ragazzo di Calabria condensa, infatti, nella sensibile novella di Mimì alcuni dei temi portanti della poetica di Comencini [...] e tutti li tocca e sviluppa con giusta misura d’immagini. Sicché il film, sullo sfondo della violenza calabra e dei sogni che poté accendere in quelle terre remote la vittoria del maratoneta Abebe Bikila, è un garbatissimo esempio di cinema sul “volli, sempre volli” che assume il correre come segno di rivolta contro ogni forma di repressione, e l’ostinatezza, da non chiamarsi testardaggine, come massima virtù» (Grazzini).

martedi 21
ore 17.00
Pianoforte (1984)
Regia: Francesca Comencini; soggetto: F. Comencini; sceneggiatura: F. Comencini, Vincenzo Cerami; interpreti: Giulia Boschi, François Siener, Giovannella Grifeo, Antonio Piovanelli, Karl Zinny; origine: Italia; durata: 98’
Maria e Paolo sono due tossicodipendenti. Lei una studentessa universitaria, lui un giornalista affermato. La disintossicazione in clinica, con cui si apre il film, funziona per tutti e due. Ma non per molto, soprattutto per lui. La tragedia della tossicodipendenza in chiave tutta privata e autobiografica: l’esordiente Comencini riesce, grazie all’aiuto di firme illustri (Vincenzo Cerami alla sceneggiatura, Armando Nannuzzi alla fotografia, Ruggero Mastroianni al montaggio, Dante Ferretti alla scenografia), a non demonizzare la droga adoperando un’etica dello sguardo per i personaggi rappresentati. Pianoforte è stato premiato quale miglior film della sezione De Sica alla Mostra del Cinema di Venezia 1984.

ore 18.45
Gianni Comencini - Lunga vita al cinema (2004)
Regia: Paolo Lipari; interviste: Luigi Boledi, Matteo Pavesi, Roberto Della Torre, Antonio Pellicani, Enrico Nosei, Marco Bruschi, Dritan Doci, Daniela Currò, Fulvio Lombardi, Luisa Comencini, Lorena Iori, Gianni Comencini; produzione: Fondazione Cineteca Italiana, Provincia di Milano, Anni Luce; durata: 25’
Il video ci propone un ritratto di Gianni Comencini: dall’archivio alla modernissima sala Oberdan, dalla nuova sede della Cineteca al “rifugio” valtellinese, l’obiettivo ne segue gli spostamenti con incuriosita partecipazione. La testimonianza dello stesso Gianni Comencini, raccolta in modo informale nel corso di una amichevole chiacchierata, rappresenta un preziosissimo contributo nella definizione di un ritratto non solo personale: lo scenario si allarga a spunti più ampi quali il ruolo avventuroso e un po’ ingrato di ogni cinetecario, il problematico destino della pellicola nell’era dell’usa e getta, il peso internazionale della cineteca milanese e il suo legame storico con figure quali Langlois, Hitchcock, Frank Capra.

a seguire
Due dollari al chilo (2000)
Regia: Paolo Lipari; soggetto: Gianni Comencini, Matteo Pavesi; sceneggiatura:Matteo Pavesi; interviste: Tony Patellani, Mario Perugini; produzione: Fondazione Cineteca Italiana, Provincia di Milano; durata: 15’
Un viaggio inconsueto, un sopralluogo nei maceri delle pellicole in cui la creatività, l’arte e i sogni si misurano a chili e dove i film muoiono. Il racconto di un processo di distruzione in grado di eliminare 800 pellicole al giorno, 250.000 all’anno, il cui valore si riduce a “due dollari al chilo”. Dunque, 40 dollari per un film, per due ore di cinema che magari hanno cambiato la nostra vita.
Il viaggio ha inizio nel 1949, anno in cui Luigi Comencini realizzò un breve documentario: Il museo dei sogni. Allora il regista, andando a filmare i maceri delle pellicole, indagava su un “rimosso” del cinema ponendo con fermezza l’accento sulla necessità degli archivi filmici.

ore 20.30
Zoo (1988)
Regia: Cristina Comencini; soggetto: C. Comencini; sceneggiatura: Francesca Melandri, C. Comencini; interpreti: Asia Argento, Marco Parente, Daniel Olbrychski, Valentina Mascetti, Louis Ducreux, Victor Poletti; origine: Italia; durata: 93’

Martina, una ragazza dodicenne, vive col padre guardiano dello zoo di Roma e fa amicizia con un piccolo slavo fuggito dagli zingari. Primo film di Cristina Comencini, degna figlia del padre nell’arte difficile di dirigere i bambini, Zoo «ha il merito di sapersi tenere in equilibrio fra il cinema del terrore e quello dei

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